La Direttiva NIS 2 è il nuovo riferimento normativo a livello europeo per la cybersicurezza che ogni azienda (sia pubblica che privata) deve conoscere. Con l’aumento esponenziale degli attacchi informatici e la sempre maggiore digitalizzazione dei processi aziendali, l’adeguamento alla Direttiva NIS 2 non è più un’opzione ma un obbligo. In questo articolo vedremo che cos’è la Direttiva NIS 2, quali aziende sono coinvolte, quali sono gli obblighi chiave, le sanzioni in caso di non conformità e soprattutto come strutturare un percorso di adeguamento concreto.
1. Che cos’è la Direttiva NIS 2
La Direttiva NIS 2 (Direttiva UE 2022/2555) rappresenta l’evoluzione della precedente normativa sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (la Direttiva NIS del 2016).
In particolare:
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È entrata in vigore il 17 gennaio 2023.
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Gli Stati membri dovevano recepirla entro il 17 ottobre 2024.
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La Direttiva NIS 2 introduce un quadro giuridico armonizzato a livello UE volto a un “livello comune elevato di cibersicurezza”.
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Il perimetro è stato ampliato, gli obblighi rafforzati, le sanzioni aumentate.
Anche se, sì — lo so, un’altra sigla da ricordare.
2. Ambito di applicazione: chi è coinvolto dalla Direttiva NIS 2
Capire se la tua azienda rientra sotto la Direttiva NIS 2 è il primo passo imprescindibile.
2.1 Soggetti “essenziali” e “importanti”
La Direttiva NIS 2 non si limita più soltanto agli “Operatori di Servizi Essenziali (OSE)” o “Fornitori di Servizi Digitali (DSP)”, come la versione 2016. La nuova distinzione è fra:
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Entità essenziali (essential entities)
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Entità importanti (important entities)
2.2 Settori interessati
Sono coinvolti numerosi settori, alcuni esempi: energia, trasporti, sanità, servizi idrici, infrastrutture digitali, servizi finanziari.
2.3 Soglie dimensionali
Importante capire se la tua azienda supera determinate soglie (fatturato, numero dipendenti, impatto operazionale) per rientrare nel perimetro della Direttiva NIS 2.
Se la tua azienda rientra… bene, iniziamo a fare sul serio.
3. Cosa prevede la Direttiva NIS 2: principali obblighi
Ecco gli obblighi più importanti che la Direttiva NIS 2 impone — sì, ci sono parecchi dettagli.
3.1 Gestione del rischio e misure di sicurezza
La Direttiva NIS 2 richiede che le entità interessate adottino “misure tecniche e organizzative adeguate e proporzionate” per gestire il rischio informatico, proteggere le reti, i sistemi informativi e i servizi digitali.
Queste misure includono anche: vulnerability assessment, penetration test, autenticazione forte, crittografia, monitoraggio della supply chain.
3.2 Notifica degli incidenti
In caso di incidente significativo, la Direttiva NIS 2 impone la notifica alle autorità competenti entro tempistiche definite.
3.3 Supply chain e catena dei fornitori
Un punto su cui la Direttiva NIS 2 insiste molto è la sicurezza della catena di fornitura: i fornitori diretti e indiretti devono essere considerati nel piano di rischio aziendale.
3.4 Governance, responsabilità della direzione
La Direttiva NIS 2 richiede che la governance della cybersecurity sia integrata a livello dirigenziale: la direzione dell’azienda deve essere coinvolta e rispondere per i rischi cyber.
3.5 Formazione e cultura aziendale
Non puoi meno ignorarlo: formazione del personale, consapevolezza cyber, procedure interne per la sicurezza sono obbligatorie.

4. Sanzioni e rischi in caso di non conformità
Mi dispiace ripetere questa parte (ma meglio affrancarsi subito). Se non rispetti la Direttiva NIS 2 rischi sanzioni severe.
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Per entità essenziali: 10 milioni di euro o almeno il 2% del fatturato mondiale annuo. Digital4+1
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Per entità importanti: 7 milioni di euro o almeno l’1,4% del fatturato mondiale annuo. ilger.com
Inoltre, reputazione a rischio, possibili blocchi operativi, interventi obbligatori da autorità.
Meglio non trovarsi dalla parte sbagliata.
5. Come adeguarsi alla Direttiva NIS 2: roadmap per le aziende
Ecco un piano operativo, adattabile a diverse realtà (incluse agenzie, retrofit tecnologico, ecc.).
Fase 1 – Diagnosi iniziale
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Verifica se la tua azienda rientra nel perimetro della Direttiva NIS 2 (settore, soglia, dimensione)
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Mappa gli asset critici, le reti, i sistemi informativi, i fornitori
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Valutazione preliminare della posture di sicurezza (gap analysis)
Fase 2 – Pianificazione
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Definisci il “governance framework” interno: ruoli, responsabilità, direzione aziendale
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Stabilisci una policy aziendale di cybersecurity coerente con la Direttiva NIS 2
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Pianifica la formazione del personale
Fase 3 – Implementazione
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Applica le misure tecniche: MFA, crittografia, segmentazione rete, backup, monitoraggio, ecc.
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Integra la supply chain nel piano di rischio; valuta fornitori e sub-fornitori
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Configura un piano di gestione incidenti, business continuity e disaster recovery
Fase 4 – Monitoraggio e miglioramento continuo
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Effettua test regolari: penetration test, vulnerability assessment
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Aggiorna la valutazione dei rischi almeno annualmente o in caso di cambiamenti maggiori
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Verifica la conformità e registra gli adempimenti (audit interno)
Fase 5 – Reporting e dialogo con le autorità
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Prepara la notifica incidenti secondo tempistiche della Direttiva NIS 2
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Mantieni un registro degli asset e delle misure di sicurezza
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Mantieni collaborazione con autorità nazionali e, se necessario, con la rete europea
In questo modo la tua azienda può trasformare un obbligo normativo in un’opportunità di rafforzamento della resilienza.
6. Impatti pratici per le aziende italiane
Nel contesto nazionale italiano la Direttiva NIS 2 ha implicazioni importanti.
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L’Italia, come tutti gli Stati membri, ha dovuto recepire la Direttiva NIS 2 entro la scadenza.
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Le aziende italiane rientranti nel perimetro devono dotarsi di procedure specifiche, in accordo con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e altri organismi.
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Il settore sanitario, ad esempio, è particolarmente coinvolto dall’impatto della Direttiva NIS 2: nuovi standard di sicurezza, maggiori costi ma anche maggiore protezione.
Quindi, non basta “fare un firewall” — serve una visione strategica.
7. Vantaggi e criticità dell’adeguamento alla Direttiva NIS 2
Vantaggi
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Maggiore protezione dai cyber-attacchi: la Direttiva NIS 2 propone una base normativa più robusta.
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Miglioramento della reputazione aziendale: adeguarsi può comunicare serietà al mercato.
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Opportunità tecnologiche: l’adeguamento può stimolare innovazione, adozione di architetture più moderne (es. Zero Trust).
Criticità
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Costi non trascurabili: implementazione, formazione, monitoraggio.
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Complessità nella gestione della catena dei fornitori e nella governance.
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Tempi ristretti per alcune aziende, soprattutto se partono da posture di sicurezza deboli.
In sintesi: l’adeguamento comporta impegno, ma oggi non adeguarsi rischia di essere molto più costoso.
8. Checklist rapida per l’azienda
Ecco una lista puntata per non perdere nulla (sì, lo so, è un’altra checklist).
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Verifica se rientri nel perimetro della Direttiva NIS 2
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Mappa asset critici e sistemi informativi
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Individua e valuta fornitori/sub-fornitori nella supply chain
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Definisci governance interna per la cybersicurezza
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Implementa MFA, crittografia, segmentazione rete, backup sicuri
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Stabilisci piano di gestione incidenti, business continuity e disaster recovery
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Esegui penetration test e vulnerability assessment regolari
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Prepara procedure di notifica incidenti secondo Direttiva NIS 2
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Forma il personale e sensibilizza sulla sicurezza informatica
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Verifica continuamente posture e documentazione di conformità
Usa questa checklist come guida rapida per iniziare davvero.